L’ Adelchi di Alessandro Manzoni viene pubblicato per la prima volta nell’ottobre del 1822. Com’è noto, la tragedia è ispirata alla vicenda storica della caduta dei Longobardi ad opera dei Franchi, in seguito al ripudio di Ermengarda da parte di Carlo Magno, e della successiva vendetta messa in atto da Desiderio, re dei Longobardi. Come accade in tutta la produzione di Manzoni, il contesto storico e politico influenza notevolmente anche questa tragedia, che anticipa alcuni motivi che troveranno piena espressione nel capolavoro dei Promessi sposi , nel quale un ruolo centrale verrà attribuito alla Divina Provvidenza. Lo sottolinea l’illustre critico Ezio Raimondi nel saggio che apre questa edizione, che ha il pregio di rispecchiare la volontà dell’autore, presentando uno di seguito all’altro le Notizie storiche , l’ Adelchi e il Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia , come accadeva appunto nell’edizione Ferrario del 1822. Ezio Raimondi è stato un illustre accademico e titolare, dal 1975, della cattedra di Letteratura italiana presso l’Università di Bologna. Divenuto celebre come critico letterario, nel 2013 ha ricevuto il “Premio biennale Marino Moretti per la filologia, la storia e la critica nell’ambito della letteratura italiana dell’Otto e Novecento” alla carriera. Nel testo che apre l’opera, è limpida la sua profonda conoscenza dell’autore e della produzione letteraria del diciannovesimo secolo: Raimondi vi analizza il rapporto tra le composizioni di Manzoni e le caratteristiche del romanzo romantico tipico dell’epoca, senza risparmiare riferimenti ad autori del calibro di Giacomo Leopardi e William Shakespeare. L’edizione commentata dell’ Adelchi è stata curata da Maria Panetta , che ha insegnato per svariati anni sia alla Sapienza Università di Roma sia presso l’Università di Roma Tre. Vincitrice del “Premio Marino Moretti” per la Filologia (2013), ha pubblicato numerosi saggi sulla letteratura e la critica letteraria italiane specie fra Otto e Novecento, e sulla storia dell’editoria. Abilitata come professoressa associata in tre diversi ambiti disciplinari, ha fondato nel 2014 la rivista accademica di classe A «Diacritica». La sua introduzione all’ Adelchi mette in rilievo come i motivi opposti e complementari della “fede” e del “tradimento” siano centrali nella tragedia manzoniana, che segna uno dei momenti di più profondo pessimismo dell’autore. L’edizione commentata del Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia è stata curata da Lorenzo Tinti , il quale si è già occupato di Manzoni, introducendone e commentandone le Osservazioni sulla morale cattolica per i tipi di Rizzoli (2009). Attualmente insegnante liceale, è stato a lungo redattore della rivista «Bibliomanie». La sua introduzione approfondisce questa terza prosa manzoniana in assoluto, non solo nell’ovvia direzione di chiarire gli snodi problematici della vicenda in oggetto, ma anche in quella di definire una metodologia storiografica moderna, che, oltre l’erudizione secentesca e il deduttivismo illuministico, concedesse spazio alle istanze sociologiche e antropologiche di quel nuovo soggetto storico-culturale che era appunto il popolo.