Nell’ambito della filosofia di Aristotele, l’indagine sull’anima costituisce una sezione della fisica o della “filosofia seconda” subordinata alla “filosofia prima” o metafisica. La psicologia aristotelica si occupa di ricercare e indagare il principio del vivente in generale e, quindi, di quegli enti, gli esseri viventi, i quali posseggono in sé un principio di movimento. L’anima coincide con tale principio e risulta essere la forma sostanziale, l’“atto primo” del vivente. Attraverso numerosi metodi (induttivo, diairetico, dialettico, analogico, comportamentistico) e a partire dal suo formidabile impianto metafisico-ontologico lo Stagirita elabora la celebre tripartizione dell’anima (vegetativa, sensitiva, intellettiva), sviluppa i dati reperiti in definizioni rigorose superando tanto il naturalismo quanto il dualismo psicologico, e giunge a conclusioni che Hegel, duemila anni dopo, considererà opera di un “concreto genio speculativo”. Mentre le piante e gli animali agiscono inconsapevolmente in vista di un fine loro proprio che è la perpetuazione della specie, l’uomo, secondo Aristotele, è chiamato a un destino più alto: vivere consapevolmente per l’universale; valorizzare la vita sino ai più alti livelli dell’attività spirituale. Quest’edizione è curata da Giancarlo Movia, studioso noto e profondo di Aristotele. Si distingue per un’introduzione chiara e illuminante; una traduzione fedele e rigorosa; le note puntuali e i ricchi apparati (parole-chiave, sommari, quadro generale dei contenuti, bibliografia e indici). Ma le maggiori novità riguardano il confronto circostanziato della psicologia aristotelica con le corrispondenti dottrine platoniche sull’anima, e il riferimento costante all’interpretazione hegeliana del De anima, la più significativa e penetrante di tutta la filosofia moderna. Il testo greco a fronte è quello dell’edizione di riferimento di W.D. Ross, Aristotele, De anima , Oxford 1961, con alcune variazioni.