In questo testo sono raccolte tutte le Rime (o Sonetti ) attribuite a Cecco Angiolieri , poeta e scrittore contemporaneo di Dante, noto per la sua irriverenza e per il suo stile comico e dissacrante. La poetica di Cecco Angiolieri rispetta tutti i canoni della tradizione comica toscana. I suoi sonetti sono generalmente considerati da parte della critica come la caricaturale rifrazione del Dolce stil novo: questa posizione antistilnovistica emerge specialmente nella poesia dialogata Becchin' amor e, i’ ti solev’odiare (XXXIX, p. 44, giunta a noi incompleta) dove si narra di un'amante sensuale e meschina, con dei connotati certamente antitetici a quelli angelici della Beatrice di dantesca memoria. Questa sua polemica contro i poetae novi del dolce stile, attuata con uno smodato uso della mimesi caricaturale e con uno stile tagliente e impetuoso, viene inoltre calata nei vicoli tumultuosi della sua città natale: Siena. Nelle sue rime emergono l'attenzione per la vera realtà della vita borghese e la rappresentazione realistica e schietta dell'amore e della sessualità e contengono spesso allusioni autobiografiche. Le più celebri sono S'i' fosse foco (LXXXVI, p. 91), Tre cose solamente mi so 'n grado (LXXXVII) e La mia malinconia è tanta e tale (X, p. 15), oltre alle tre dedicate a Dante Alighieri ( Lassar vo’ lo trovare di Becchina , C, p. 105; Dante Alighier, Cecco, 'l tu’ serv’e amico , CI, p. 106; Dante Alighier, s’i’ so bon begolardo , CII, p. 107).